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Report 2004 - GP Parigi - Stefano Candini
Articolo del 8-12-2005 a cura di Candini Stefano
Candini Stefano

Quando e` arrivata la chiamata per il GP Parigi ero felicissimo ma anche intimorito. Soprattutto quando e` arrivata la lista ufficiale degli arbitri. Vi facevano parte gran parte dei migliori arbitri europei ed io ero uno dei due soli arbitri di livello 1 (che poi non verra`).

Ovviamente il timore di sfigurare al cospetto di Judge con cosi` tanta esperienza mi preoccupava non poco per cui ho passato i giorni precedenti a ripassare un po` tutte le documentazioni disponibili, soprattutto le FAQ di Kamigawa, procedure e penalty Guidlines che l’Head Judge aveva consigliato di rileggere.Inoltre Parigi si prospettava sin dalla vigilia come il piu` grande evento di Magic mai disputatato con un previsione di iscrittti intorno alle 1500 persone, e questo sicuramente puo` mettere addosso un po` di pressione.

Forte del fatto che comunque non era il mio primo GP sono partito il venerdi` dato che la riunione tecnica era alla sera. Dopo un breve giro per Parigi sono arrivato alla sede del torneo, un colpo d’occhio veramente notevole. La sala era praticamente gia` pronta anche se la disposizione su 3 livelli di per se spettacolare ma non appariva agilissima da gestire. Dopo le presentazioni con i vari Judge presenti ho assistito per un po` alle procedure di iscrizione, il fatto che i giocatori arrivassero alla spicciolata ha permesso di iscrivere con comodo circa 700 giocatori gia` il primo giorno.

Nel briefing oltre alla presentazioni di rito nel quale ho scoperto di essere l’unico L1 (!) e di avere comunque una discreta esperienza rispetto ad alcuni altri Judge (diversi livello 2 erano al loro 2 GP come me), ci sono stati dati i nostri compiti per il giorno dopo e spiegato come l’Head Judge intendeva gestire l’evento, oltre che a come comportarci in alcune situazioni (slow play, ecc). Questo e` molto importante perche` in base alle direttive dell’Head Judge occorre a volte cambiare il proprio modo di arbitrare (piu` o meno rigidita` in certe situazioni) ed e` importante che all’interno del singolo evento gli arbitri siano quanto piu` allineati possibile nelle decisioni, l’uniformita` di giudizio deve essere credo mantenuta il piu` possibile per dare certezze ai giocatori.

Dopo aver controllato la disponibilita` dei posti a sedere ci siamo tutti dedicati a dividere il materiale per i giocatori in mazzo/2 buste e inserirlo in box per facilitare la distribuzione il giorno dopo. Credo di non aver mai visto tanti box di magic tutti in una volta!

Terminate anche queste procedure me ne sono andato a dormire con in testa le parole del capo arbitro (Andate a riposare, domani sara` il giorno piu` lungo della vostra vita!). Prima di andare a letto ho inoltre salutato Tex arrivato a notte inoltrata, che come al solito e` stato prodigo di utili consigli per il giorno seguente.

Dopo una sveglia alle 6:00 ci avviamo tutti alla sede del torneo e quando arriviamo scopro la prima cosa che mi lascia un po` perplesso, sono stati tolti tutti i numeri dai tavoli messi la sera prima! Il capo arbitro riteneva che l’aver lasciato i numeri sui tavoli avrebbe dato modo ai giocatori di spostarli e creare confusione successivamente. Inoltre il GP era stato diviso in 2 Tornei, per poter permettere una piu` snella gestione del flusso di giocatori che non avrebbero cosi` dovuto correre per i 3 livelli della sala, rubando tempo agli inizi del turno, le scale laterali si presentavano effettivamente inadatte a far scorrere 1500 persone. Poi sono cominciate le iscrizioni, e questa volta la situazione era molto piu` caotica, parecchi giocatori cominciavano ad arrivare, ma 6 stazioni di iscrizione e una fila ben preparata hanno fatto si che non ci siano stati grossi problemi o ritardi. Ho cominciato inoltre a notare che i giocatori di magic sono veramente bravi, quasi tutti sanno l’inglese (potenza del dover conoscere le carte) e quindi ho sempre dispensato le informazioni necessarie senza problemi.

Al termine delle iscrizioni e del pre-briefing finale sono cominciati i primi problemi.

Innanzitutto la ridistribuzione dei numeri sui tavoli. A parte un errore di coordinamento che ha lasciato un buco di 40 posti in una delle due sale con conseguente ridistribuzione di tutti i numeri, la mia impressione generale e` che quello di togliere i numeri non sia stata una buona idea. E` vero che i giocatori non li hanno spostati ma e` anche vero che i giocatori con i tavoli a disposizione hanno magicamente cambiato la disposizione di tutte le sedie, mettendo giubbotti e zaini sui tavoli, e questo ha reso complessa la ridistribuzione ordinata dei numeri, a volte non si capiva dove dovevano essere messi.

Anche se questo ha portato inevitabilmente ad un ritardo, fortunatamente non e` stato decisivo, dato che alla Judge station avevano problemi con la suddivisione dei 2 tornei, infatti la divisione prevedeva un’accurata divisione dei pro-player e dei giocatori con i bye da un torneo all’altro, cosa che il dci reporter non prevede e che e` stata fatta completamente a mano. Tutta l’operazione ha portato via piu` di 1 ora ritardando a poco dopo mezzogiorno la presentazione dei seatings dei giocatori.

Il mio team per quel giorno era quello dei deck check, e come capo arbitro avevo Jesper Nielsen, arbitro di esperienza che gia` conoscevo da qualche report sul sito degli arbitri. Ha spiegato accuratamente come voleva si svolgesse il deck check per quella giornata, controllo numerico delle carte nella lista, terre e nomi. Chiaramente avendo il torneo raggiunto quota 1590 persone ci si prospettavano circa 800 liste da controllare nel minor tempo possibile.

Dopo aver distribuito i mazzi la prima grossa differenza tra tornei italiani e stranieri, incredibilmente 1600 persone in assoluto silenzio durante il deck building! Incredibile! Era stato ricordato ai giocatori che sarebbero stati puniti i giocatori che avrebbero parlato tra di loro ma non credo sia stato solo quello. Penso comunque che in un evento in cui ognuno parla una lingua diversa sia essenziale non permettere di scambiare opinioni tra i giocatori, magari l’arbitro non conosce quella lingua e un giocatore sta suggerendo quale carta mettere piuttosto che un'altra. Chiaramente un comportamento di questo tipo puo` essere considerato coaching. I giocatori erano stati fatti sedere in ordine quindi con un semplice coordinamento nella raccolta delle liste siamo riusciti ad ottenere le liste in ordine in brevissimo tempo. Mentre i pairings venivano appesi abbiamo cominciato l’immenso controllo dei deck check. Pila al centro dedicata agli errori e via. L’operazione ha richiesto 50 minuti e prima della fine del primo turno avevamo terminato! Direi un ottimo lavoro, che ci ha permesso di assegnare tutte le penalita` in tempi brevi.

Come al solito le maggiori penalita` sono 39 carte listate, nessuna terra listata, mancanza del nome (!). Nulla di particolarmente originale. Il problema di questi tornei giustamente e` che giocatori alle prime armi partecipano ad un torneo con REL molto elevato e non conoscendo le procedure incappano quasi sempre in questi errori, anche se non mi spiego mai il mancato segnare le terre giocate…

Nei turni successivi e` cominciato il floor judging, e non sono mai arrivate segnalazioni particolarmente interessanti, almeno nei primi turni per cui a parte alcune domande sulle flip card, sulle sottofasi di dichiarazione degli attaccanti/bloccanti e in generali incomprensioni sulle fasi dovute alla lingua. Il problema era abbastanza evidente, soprattutto dai giocatori piu` giovani che non erano proprio ferratissimi in inglese. Comunque dopo la spiegazione hanno sempre accettato le mie decisioni senza dire nulla.

Ho sempre cercato di essere il piu` cortese possibile, ma mi sono anche sempre sforzato di apparire il piu` tranquillo e sicuro possibile. Mi sto rendendo conto che gradualmente ho sempre meno “patemi” ad avvicinarmi anche ai tavoli alti per i ruling (mi e` successo) e questo mi da sicurezza anche nel dare le decisioni. Inoltre mi sono sforzato di andare al tavolo e non avere fretta. Uno degli errori che si commettono e` proprio quello di avere fretta di dare il ruling e di non leggere le carte ma affidarsi alla propria memoria sulle carte. A Rimini mi era successo e non volevo si ripetesse. Quindi mi sono sempre preso tutto il tempo necessario, alla fine sono pochi secondi in piu` ma danno maggiore sicurezza di un ruling corretto.

Due parole sulla gestione del team, il mio capo team ci ha chiesto di applicare rigidamente le nostre zone di appartenenza, nel senso che ad ognuno di noi era stato assegnato una serie di tavoli e doveveamo per quanto possibile limitarci ai nostri tavoli, per non creare “buchi” tra un judge e l’altro. Effettivamente la cosa ha funzionato, dato che i giocatori non hanno mai atteso eccessivamente per un ruling o per consegnare la scheda, o almeno cosi’ mi e` parso. A Rimini invece eravamo distribuiti in maniera meno rigida e quindi abbiamo corso un po` di piu` tra i tavoli, anche se entrambi i metodi rimangono validi, a patto di riusciere a coordinarsi bene tra i team.

L’unico episodio che mi ha riguardato direttamente e che ha creato una certa discussione e` stato un game loss che ho assegnato. Un giocatore mi chiama al tavolo, e mi spiega che sono al 4 turno, lui non ha mai fatto nessun land-drop e il suo avversario aveva 6 terre in gioco contro le sue 4. Inoltre sul tavolo dalla parte del giocatore con le 6 terre c’erano gia` diverse creature, una anche a costo 5 che aveva gia` attaccato. Chiedendo spiegazioni all’avversario (che mi e` sembrato piuttosto dispiaciuto) mi ha riferito che non sapeva come era successo, e che poteva darsi che effettivamente si fosse sbagliato a calare le terre. Dato che, secondo me, la situazione non era piu` ricostruibile ho assegnato il game loss al giocatore con 6 terre, che ha peraltro accettato la penalita` senza discutere. Ne ho poi parlato con Tex e con il capo arbitro, quando era presente anche il Lev 5 del torneo e ho avuto l’impressione che pur ritenendola una decisione accettabile, in quel caso, almeno il capo arbitro avrebbe assegnato solamente un warning. Come Tex mi ha fatto notare, probabilmente in Italia tendiamo ad essere piu` severi che nel resto d’Europa, infatti ho avuto l’impressione che anche Tex avrebbe assegnato il game, pero` anche nel meeting finale la posizione ufficiale e` che non esiste una posizione ufficiale in questo caso, ma dipende dalla situazione e dalla “sensibilita`” dell’arbitro. Tutto sommato un peccato non aver avuto una linea di condotta univoca e ufficiale, quello che in Italia stiamo cercando di ottenere con la lista arbitrale.

Per il resto il torneo e` terminato un po` tardi, ma la durata media dei turni era di 75/80 minuti cosa che in 2 GP di 800 persone l’una penso possa essere accettabile. Alla fine stanchi ed alle 3:00 di notte ce ne siamo andati a dormire.

Due parole sul giorno dopo che ovviamente (e giustamente) mi ha visto impegnato nei side event. Alla fine della giornata ne conteremo ben 129! Sui side event non abbiamo avuto una linea di condotta ufficiale per cui io ho condotto i miei con il mio metodo, mi sono preso una sezione della sala e seguivo i tornei, solitamente ¾ contemporaneamente, dall’inizio alla fine, conducendo il draft e controllando la fase di deck building. Altri arbitri invece hanno preferito controllare solo gli esiti delle partite e lasciare la gestione del draft ai giocatori. Tutto sommato una buona esperienza personale, e un momento di socializzazione con i giocatori interessante, quando l’atmosfera e` piu` rilassata come ai side event, i giocatori tendono a chiedere molti ruling all’arbitro che vedono probabilmente piu` disponibile rispetto al torneo ufficiale.

Il rochester e` stato invece funestato dal DCI Reporter che al turno 13 ha deciso di evidenziare un “bug” inaspettato, con alcuni pairing del rochester fatti mischiando i tavoli. Non entrero` nel merito del problema, basti comunque pensare che hanno dovuto inserire gli ultimi 2 turni a mano! Questo ha purtroppo rallentato notevolemente il tutto. Alla fine ottimo briefing finale con il mio capo-team e soprattutto con Tex con il quale ho discusso sul torneo e sulla gestione del tutto.

All’1:00 ormai stanchissimo ho salutato tutti e me ne sono andato a dormire.

Conclusioni e ringraziamenti

Un’esperienza veramente importante a livello personale e arbitrale, ho avuto l’idea di cosa significa arbitrare in un torneo all’estero dovendo confrontarsi con gli arbitri stranieri e dagli stili di arbitraggio diversi tra di loro.

I ringraziamenti vanno doverosamente a Enrico Boccabianca e alla Wizards Italia per avermi dato questa opportunita`, a Tex per avermi supportato durante il torneo e al mio capo Team Nielsen per avermi dato preziosi consigli.

Un bravo anche ai giocatori di Parigi, avere 1600 persone in silenzio era incredibile, al mio cittadino fanno confusione in 20…

Pollice verso invece per il DCI Reporter (e` ora che venga revisionato, cosa che a quanto pare e` in cantiere).

Ciao a tutti,

Stefano Candini Lvl 1