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Report 2004 - PTQ Nagoya - Alessandria
Articolo del 8-10-2005 a cura di Zanella Simone
Zanella Simone

Eccomi a "reportare" il mio primo PTQ da judge. Sperando che le riflessioni sulla mia esperienza siano magari utili ai nuovi judge e agli aspiranti level 0.

Ho fatto richiesta di essere presente al PTQ Alessandria principalmente per potermi mettere alla prova, e avere la possibilità di fare esperienza in un ambiente più competitivo e "ostile" del solito. Sono abituato infatti a fare l'HJ a Imperia lavorando da solo, e gestendo in genere non più di una ventina di giocatori, in un ambiente più che amichevole.

Devo dire che ho affrontato inizialmente il PTQ con un po' di emozione, trovandomi a contatto con circa 170 persone, e trovarmi per la prima volta ad arbitrare con un gruppo di arbitri che praticamente mi conoscevano solo in lista o di vista mi ha fatto sentire un po' sotto osservazione.

Il bravo HJ Luca Simone a inizio torneo mi affida diversi compiti: innanzitutto controllerò il deck building nella sperduta sala 3, avrò il flooring della sala 3 fino al suo svuotamento (7 tavoli), dopodichè passerò alla sala 2 e dal 4 turno in poi effettuerò insieme a Daniele Verra i deck check.

Ora analizzerò l'andamento del "mio" torneo.

Deck building in sala 3
Ho 11 giocatori a costruire i mazzi. Siamo molto distanti dalle sale 2 e 1, e siamo lasciati un po' in disparte. L'ambiente è molto amichevole, c'è un gruppo di giocatori di Torino che scherzano e commentano come se fossero a un Prerelease, c'è uno degli unici 2 giocatori di Imperia presenti, e anche gli altri tendono a chiacchierare abbastanza. Cerco di invitarli a mantenere il silenzio, nonostante mi sembri che non stiano commentando le scelte dei mazzi, e che la cosa sia abbastanza amichevole e stemperi un po' la tensione da torneo. Passa l'HJ a fare il consueto briefing coi giocatori, e li invita anche lui a non fare troppi commenti mentre costruiscono i mazzi.
Devo dire di essere stato molto incerto in questa situazione. Luca mi ha rimproverato poi un po' di non essere stato abbastanza autoritario, e non posso che dargli ragione. Ho cercato di invitare al silenzio "religioso" che ci vorrebbe a un REL 3, ma non ho trovato la sicurezza nel dare warning a chi commentava simpaticamente di non aver trovato nulla, o commentava carte ingiocabili, oppure scherzando mi diceva "dai, non vorrai mica darmi warning?". Sul momento ero un po' bloccato dal non voler apparire troppo "SS".
Il problema è che, quando mi sono state portare le terre per la land station, la situazione mi è sfuggita di mano. Ho finito quasi subito paludi e foreste, non sono riuscito a farmene portare altre, sono arrivati dalla land station della sala 2 altri giocatori da me visto che anche di la finivano le terre e mi sono dovuto assentare 2 volte per andarle a prendere.
Al ritorno la confusione era cresciuta, ho cercato invano diverse volte di portare al silenzio, ma la gente in coda alla station (che oltretutto si lamentava che era da 10 minuti in coda e mi chiedeva spazientita se avevamo intenzione di darci una mossa) e quelli che finivano di costruire i mazzi parlavano troppo, e non riuscivo a farli stare zitti.
Tex di passaggio mi ha "richiamato", ma anche dopo aver riavvisato non ho ottenuto grandi risultati, almeno fin quando è arrivata Cristiana a darmi una mano. E' bastata la sua presenza per far tacere tutti.
Effettivamente i warning andavano dati, avrei stoppato il parlare mentre costruivano i mazzi, e probabilmente avrei impedito che si approffittassero un po' del fatto che ero decisamente amichevole. Farò tesoro di tutto al prossimo limited.

Turni 1-3
Sono in sala 3, da solo. Ho un po' dei problemi con il tempo (non sempre riescono a comunicarmelo), visto che spesso sono costretto ad abbandonare la sala diverse volte su richiesta dei giocatori, alcuni un po' spazientiti dal fatto che non sappia il tempo preciso. Comunque basandomi sul mio cellulare riuscivo a dirglielo abbastanza preciso (con uno scarto di 2-3 minuti), ma ad alcuni non andava bene, volevano quello ufficiale.
Riesco a gestire anche 2 giocatori francesi, con i quali riesco a spiegare un paio di cose in inglese su Bushido e sulle classiche trigger da carta che va nel cimitero. (Piccolo aneddoto: a inizio primo turno era passato un francese dalla judge station e mi aveva chiesto in inglese quanti turni erano previsti. Io ho sentito male e ho capito che voleva sapere dov'erano i turni. Mi son detto: cominciamo bene! :-))
Tornando al turno, purtroppo verso la fine del turno 1 sbaglio una regola in un incontro, una cosa abbastanza semplice su Equip, che però in quel momento ho sbagliato, dando con sicurezza a un giocatore l'interpretazione che mi era stata chiesto. Non era determinante per la partita, perchè il giocatore era praticamente sconfitto, e si trovava sullo 0-1, lo salvava per un turno e al massimo gli dava la speranza in qualche topdeckata. Allontanandomi vedo che il giocatore concede, e subito l'avversario gli chiede cosa gli avevo detto avendo intuito il mio errore, e gli dice parlando decisamente ad alta voce (riporto testuale) "ti ha detto una cagata, mi spiace" e aggiunge " si si, è proprio una cagata". Torno subito al tavolo ancora in parte convinto per eventualmente fermare il gioco e andare a chiedere (iniziavo ad andare un po' nel pallone, lo ammetto), ma il giocatore ormai stava già rimischiando.
A breve finisce il turno a vado subito da Luca a chiedere conferma del mio errore. Purtroppo ero sicuro in quel momento, mi è spiaciuto molto (anche se penso di non aver compromesso la partita). Ho molto apprezzato che il giocatore sia venuto a chiedere anche lui all'HJ la regola, e che mi abbia detto con Luca presente di non avere assolutamente nulla contro di me, dimostrandosi molto comprensivo. Anche Luca è stato molto comprensivo nei miei confronti, e gli ho riassicurato come al mattino che in caso di dubbio sarei venuto da lui. Purtroppo in quell'occasione ero sicuro, ahimè. Devo dire che la cosa mi ha condizionato per un po' di turni successivi. Certo mi ha dato molto fastidio l'atteggiamento dell'avversario, e l'ho un po' subito emotivamente.
Anche se può capitare di avere dubbi, mentre arbitro un CC giu da me ho il tempo, la calma, e la prontezza di assicurarmi subito di un ruling (eventualmente cercando subito in rete). A un PTQ non è così, non si può perdere tempo, e dopo quel fatto ho iniziato a pensarci due volte prima di dare per certe anche cose che sapevo. Mi hanno chiamato molte volte e non ho sbagliato più nulla, ma ho iniziato a perdere un po' di sicurezza, ponendomi qualche dubbio ogni tanto.

Turni 4-8
Chiusa la sala 3, sono arrivato in sala 2 ancora un po' preoccupato dal ruling sbagliato. Lavorando in sala 2 ho invece acquisito sicurezza. Intanto non ero solo, e avevo sempre almeno il level 0 Miro al mio fianco, con saltuari passaggi di Daniele e dell'HJ.
Ho preferito in alcuni casi comunque chiedere conferma a Luca per alcune regole. Non ne ho più sbagliate, ma ho preferito non rischiare. Rovinare un torneo a una persona che magari ha fatto 200 km per venire fin li proprio non mi andava.
Mi sono invece trovato al centro di 2 episodi in cui ho avuto bisogno di Luca, perchè per me erano diventati ingestibili.
Al turno 3 all'ultimo tavolo della sala 2 chiedo a quale turno addizionale si trovano. Mi dicono "al quinto", sull'1-0. Io gli dico "allora è l'ultimo?" e mi rispondono "no, manca ancora il sesto". Dopo una breve discussione capisco che li contavano dal giocatore attivo sul time. Non sapevo che ci fosse gente che li contava così, comunque fatto sta che il giocatore in svantaggio inizia a porre incertezza sui turni addizionali giocati, e non è convinto di non avere più turni. Si trova in una situazione favorevole sul tavolo, che dovrebbe portarlo alla vittoria. Il giocatore in vantaggio non è d'accordo e sembra riportarmi con sicurezza i turni giocati. Ma nessun arbitro era presente al tavolo sul time. Arriva anche Daniele, e gli spiego la situazione. Io sono propenso a credere al giocatore in vantaggio, dato che mi sembra più sicuro. Ma l'altro continua a porre dubbi e a non ricordarsi con esattezza. Dopo circa 10 minuti, decido di mandare a chiamare Luca, dato che non riesco a venirne a capo, e uno dei 2 non è d'accordo con me. Inzia una discussione con Luca, che sembra volgere a favore del giocatore in vantaggio, ma dopo che Luca gli chiede per la terza volta di ricostruire i turni giocati, concede firmando il foglio e da in escandescenze. Ha rischiato grosso.
Al turno successivo faccio invece un salto in sala 1 a vedere che tavoli mancano (dovrebbero essere due). Scopro a un tavolo che non hanno sentito il time, nonostante siano già passati circa quindici minuti da fine turno. Situazione analoga a prima, siamo sull'1-0, ma il giocatore in svantaggio sta per vincere. Dopo una breve ricostruzione, sembrano propensi a far concludere l'incontro in quel turno, dato che gli faccio notare che era rimasto solo un tavolo, e che avevano solo un paio di carte a testa in gioco, il che non dovrebbe averli costretti a pensare più di tanto, quindi dovrebbero aver giocato velocemente, quindi dovrebbero aver giocato almeno 5 turni dal time. Il giocatore in vantaggio mi chiede stranamente se allora la partita è patta, io gli spiego che si mantiene l'1-0 acquisito. L'avversario, che stranamente nemmeno lui sapeva della cosa, mi dice che vincerebbe la partita in un paio di turni, e che allora non è d'accordo a finire, visto che non erano sicuri. Non riesco a mettermi d'accordo con lui. Dato che proabilmente non sa anche questo, gli dico che se non è d'accordo può appellarsi all'HJ, per non perdere ulteriore tempo. La decisione è stata di iniziare a giocare i 5 turni addizionali, e un richiamo a fare attenzione al time. La partita è finita ovviamente 1-1.
Questi due fatti mi hanno insegnato una cosa: a un PTQ è molto più difficile gestire i disaccordi tra i giocatori, e bisogna controllare SEMPRE tutti i tavoli che stanno ancora giocando sul time, almeno per controllarne i turni addizionali. Anche perchè tutto ciò si è tradotto in direi quasi 20 minuti di ritardo complessivi sull'andamento del torneo.
Per il resto, ho controllato da solo tutta la sala 1 al turno 7, un turno importante per chi si giocava l'accesso ai top8, essendo il penultimo turno. La sicurezza mi era comunque quasi tornata, ho solo chiesto conferma per una interazione tra carte al tavolo 6 (dato il numero di tavolo ho preferito essere sicuro al 200%).
Durante il rochester ho preparato la sala 1 per il deckbuilding e i turni, ripulendo il porcile lasciato dai giocatori, devo dire che la maleducazione di chi lascia lattine, bicchieri, cartacce eccetera dove gioca è davvero elevata.
Poi ho seguito i top8 da vicino, dando ancora qualche interpretazione su regole e carte, ma stavolta con assoluta sicurezza (anche se il sonno saliva :-)).
In tutta la giornata ho dato solo un gameloss per drawing, più una marea di gameloss e matchloss per tardiness.

E ora un po' di riflessioni e commenti sull'esperienza:

- arbitrare un PTQ è un'esperienza motlo bella e formativa. Stanca ed è stressante, ma fa crescere sia nel modo di arbitrare, sia nel modo di affrontare i giocatori. Dalle mie insicurezze ho imparato quali sono i miei limiti attuali e come poter migliorare. Aver affrontato certe situazioni mi aiuterà in futuro se mi si ripreseneranno.

- arbitrare 170 persone in sale diverse è difficile. Mi sono trovato un po' spiazzato soprattutto mentre ero in sala 3. Ma devo dire che in un paio di turni ho acquisito affiatamento con gli altri arbitri, e negli ultimi turni anche senza dovremelo far dire sapevo quando e dove dovevo essere per far svolgere funzionalmente il torneo. Questo anche grazie a tutto lo staff arbitrale, davvero professionali, e davvero molto bravi, è un piacere lavorare con loro.

- analizzando le mie incertezze, capisco ora ancora meglio ciò che si intende quando si parla di arbitro SS. Non sempre essere severi e inflessibili vuol dire essere "cattivi", ma vuol dire garantire la serietà e il corretto svolgimento di un torneo. Non bisogna quindi aver paura a pretendere dai giocatori ciò che pretende un torneo a REL 3.

- non bisogna cedere alla tensione. Oltre a farsi sminuire dai giocatori, ciò porta a perdere concentrazione. In due occasioni ricordo di esser stato chiamato da alcuni giocatori, e aver notato degli atteggiamenti che mi sembravano atti a mettermi in crisi per vedere se magari non sapevo una certa cosa, per averne un vantaggio. Penso che forse volessero sfruttare il fatto che ero quasi sicuramente uno "nuovo", o magari lo sapevano già, e che potevano provare a "fregarmi" o farmi cadere in errore. Cercare di restare calmi e prendersi comunque qualche secondo per pensare e leggersi le carte mi è stato certamente di aiuto.

- non bisogna nemmeno per un secondo aver paura di fare riferimento agli altri arbitri più esperti quando non si è sicuri. Ciò non dev'essere visto come un "umiliarsi" perchè non ci si ricorda bene una cosa. Nessuno vi farà mai sentire "scarsi" per non aver saputo una cosa, o per aver chiesto conferma di un'altra magari semplice. Togliersi un dubbio vuol dire non perdere sicurezza, quindi se non vi ricordate qualcosa, chiedete! :-)

Vorrei ora concludere ringraziando tutti quanti, in primis Diego che mi ha dato questa possibilità, e tutti gli altri dello staff arbitrale per avermi dimostrato comprensione e fiducia anche quando ho avuto qualche sbandamento.

Ringrazio anche Tex per avermi bacchettato per il rumore durante il deckbuilding, mi è servito essere rimproverato da un temibile level 3 :-)

Sono tornato con un po' di amarezza residua per il ruling sbagliato, unica sbavatura grossa di una giornata in cui ho fatto del mio meglio, e ho imparato molto.

Ringrazio Diego per avermi dato fiducia e per avermi detto di essere rimasto soddisfatto per il lavoro svolto da me in giornata, spero di ripagarlo facendomi trovare più pronto e sicuro la prossima volta che avremo l'occasione di arbitrare insieme.

Ringrazio anche Luca per i preziosi consigli e per essermi stato molto vicino durante tutta la giornata, e per avermi educato molto raccontandomi le sue esperienze arbitrali durante i due viaggi in treno che ci siamo fatti insieme.

Grazie anche a Cristiana che mi ha dato prontamente il cambio mentre stavo crollando dalla stanchezza e per avermi incoraggiato durante tutto il torneo, e a Daniele per avermi insegnato i deckcheck e avermi tenuto piacevole compagnia tutto il giorno (anche quando sgobbavamo portando chili di sedie nella macchina di Diego :-)))

Un grosso grazie anche a Miro fresco Level 1, preparatissimo, disponibilissimo, e sicuramente più sicuro e concentrato di me nella prima fase di torneo. Mi ha dato anche una grandissima mano in operazioni logistiche durante il mio isolamento in sala 3, e durante la preparazione della sala nel rochester. E mi ha portato anche da mangiare. E che può fare di più un level 0? ;-)

Grazie a tutti, spero di tornare presto ad arbitrare con voi.

P.S.: scusate la lunga catena OT di ringraziamenti, ma al primo PTQ ci tenevo :-)

Simone Zanella, L1