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Glaring Spotlight: Matteo Callegari
Articolo del 17-11-2015 a cura di Boccalari Marco
Boccalari Marco

Tag: Glaring Spotlight Matteo Callegari Kalle Comunità


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Tutto quello che avreste voluto sapere sugli arbitri ma non avete mai osato chiedere!


La maggior parte di voi che state leggendo questo articolo ha partecipato almeno una volta a un torneo di Magic, quindi sa cos’è un arbitro e cosa fa quando arbitra.

Chi sa, però, cosa fa un arbitro quando non sta arbitrando?

Gli arbitri di Magic sono persone esattamente come i giocatori, ma la loro enorme passione per le figurine li spinge a studiare libri e libri di regole per sapere poi rispondere alle domande più assurde.

In questa nuova serie di articoli vi svelerò tutti i loro segreti.

Passiamo quindi alla prima intervista, lui è Matteo Callegari detto “Kalle”, Livello 3 da Parma.




Cosa fai nella vita? Hai degli hobby al di fuori di Magic?


Nella vita reale (niente citazioni alla Matrix) lavoro per un'azienda farmaceutica e il mio compito è: prendere decisioni, motivare persone e risolvere conflitti. Suona familiare?

Lavoro, famiglia, amici e Magic portano via un sacco di tempo già di loro e nel poco che rimane mi tengo comunque impegnato. Le passioni sono le parole (leggo e scrivo... troppo?), le immagini (cinema e un po' di fotografia) e le esperienze (viaggiare e conoscere nuove persone credo sia il mio hobby preferito).


Risultati immagini per matteo callegari judge Da quanto tempo giochi, come hai iniziato?

Più o meno nel 1994, ho iniziato quando un compagno di liceo ha portato in classe da esaminare questo nuovo gioco che era come D&D però con delle carte. Ho scoperto che era un gioco collezionabile quando questo si presentò con due mazzi mischiati assieme, venendo subito bannato dal nostro gruppo di amici perché “come potevamo batterlo noi che avevamo solo 60 carte?”

Scoprii che esisteva un regolamento quando al primo torneo vidi un arbitro. Era il tempo della prima edizione italiana, lo ricordo distintamente perché il mondo era in bianco e nero, non sapevo ancora che gli pterodattili in cielo fossero di color verde (lo scoprii solo quando vidi Jurassic Park al cinema) e Lucio Battisti ancora non cantava.


Da quanto sei arbitro invece, perché hai deciso di diventarlo?

Dopo una lunga pausa dal gioco (non smisi mai di collezionare, per fortuna) alla fine del 2004 degli amici mi convinsero a riprendere a fare tornei Vintage.

Dopo due stagioni di tornei, un amico mi convinse a studiare per diventare arbitro per i tornei della lega Vintage e a fare l'esame assieme.

Ai Nazionali 2006 ci presentammo per giocare il torneo Vintage e testare.

Purtroppo l'esame fu fissato la domenica, con un duplice risultato: il mio amico si fece squalificare ad un torneo il sabato e facemmo nottata Riminese sia venerdì che sabato. Quindi mi presentai in solitaria a sostenere questo esame, che passai con un grassissimo 70% allo scritto (n.d.s. il punteggio minimo per superare l’esame).

Scoprii che sbagliai tutte le risposte della colonna centrale perché non fui in grado di centrare la colonna giusta.

 

Spiega cos’è Magic, come se stessi parlando a tua nonna.

Premettendo che sarebbe mia nonna a spiegarmi come si gioca (era lei quella brava con le carte), Magic è un gioco di carte a stile medievale per due persone, dove vince chi trova le migliori combinazioni tra le proprie carte e quelle dell'altro giocatore.

Prova, è facile: c'è tutto scritto sulle carte!

 

Come si è evoluta la tua carriera arbitrale? Chi sono, o sono stati, i tuoi mentori e cosa ti ha spinto a diventare un arbitro di Livello 3?

Iniziai ad arbitrare i tornei della lega Vintage con tanti stimoli interessanti: gestire tornei con 60+ persone da solo, squalificare giocatori sin dal primo torneo e trascorrere tanti pomeriggi assieme agli amici. Poi divenni amico anche con alcuni altri arbitri e quindi mi catapultai nel mondo PTQ, una palestra incredibile di apprendimento! I miei primissimi Capi Arbitri furono Amuro e Mirko. Ma gli arbitri con cui arbitravo più spesso erano Luca Simone e Diego Fasciolo. Chissà se qualcuno se li ricorda tutti

Imparai tantissimo da tutti loro, ma credo che per quanto assorbissi un sacco di informazioni, rimase in me sempre quella vena di pazzia che ancora oggi mi porta spesso a rimettere in discussione tutte le nostre convinzioni.

Dopo i PTQ arrivarono le esperienze all'estero dove ebbi la possibilità di rappresentare la nostra adorata comunità che al tempo era piuttosto chiusa verso l'estero, vennero i GP e i PT (presentai il sito IMJ ad una delle primissime conference internazionali al PT Austin 2009) e arrivò il primo Mondiale a Roma.

In quell'occasione la Cupola di allora (Cristiana, Tex, Diego, Luca e Mirko) mi chiese di unirmi al gruppo e quindi mi lanciai in questo percorso verso l'ignoto (le Qualità del L3 non esistevano ancora) con l'obiettivo di aumentare l'integrazione della comunità Italiana nella comunità mondiale.

Non sapete quanto sia felice di vedere oggigiorno tutti i nostri pinguini in giro per il globo.

 

Quali erano le cose che ti mettevano più in difficoltà quando hai iniziato ad arbitrare? Quali sono adesso che sei un livello 3?

All'inizio il mio problema principale era sempre quello di immaginarmi documenti segreti che spiegassero tutto lo sciibile arbitrale (ma questi L3 sanno sempre come gestire qualunque cosa!) e quindi bloccarmi ad ogni situazione ignota perché quella situazione non l'avevo studiata!

Con il tempo ho imparato che questi documenti segreti non esistono, ma esiste la filosofia e il buon senso a guidarci. Ora il problema è l'opposto, ossia di ricordarmi che esistono anche i documenti ufficiali e non sempre posso fare tutto quello che mi pare.

 

Qual è stato il momento più bello che hai vissuto arbitrando?

Come già sapete, quando diventai arbitro ero ai Nazionali del 2006.

Mi dissi che un giorno sarei stato anch'io in divisa rossa e nera a coordinare un evento così grande come quella pinguina sullo stage. Quando quella stessa pinguina mi annodò la cravatta burgundy da HJ (la maglietta rossa e nera era già andata in pensione) il primo giorno del Nazionale 2010... ero molto felice!

 

E quale è stato invece il più strano?

Di situazioni particolari ne ho vissute tantissime, ed è difficile farne una classifica. Quella senz'altro più incredibile fu durante i Mondiali a Chiba nel 2011.

Il secondo giorno mi misero ai Side Event con un incarico importante: Capo Arbitro di uno dei principali tornei della giornata.

Peccato si trattasse di un 2HG Sealed con una settantina di team con: prodotto giapponese, giocatori giapponesi e nessun Floor Judge.

Ricordo il mio discorso iniziale in giapponese e una chiamata in cui i giocatori non intendevano una singola parola di inglese, riuscii comunque a capire cosa chiedevano e a dare il ruling utilizzando solo i movimenti delle mani.

Siamo Italiani dopotutto!
 

In che modo il Programma Arbitrale ha influenzato la tua vita di tutti i giorni?

In due modi soprattutto. Prima di tutto, facendomi conoscere amici in tutta Italia e in tutto il mondo, così che quando ho bisogno di una mano ho sempre un pinguino che può darmela: è stupendo poter andare ovunque e sapere di aver sempre qualcuno in grado di aiutarti.

E in secondo luogo, mi ha aiutato ad affinare le arti oratorie e di presentazione, che al lavoro tornano sempre utili.



Quanto tempo ti occupa Magic in una settimana? Qual è il tuo ruolo nella comunità arbitrale e quali sono i tuoi compiti come livello 3?

E' difficile quantificare il tempo dedicato a Magic quando hai così tanti amici conosciuti in questo ambiente e hai Facebook più o meno sempre a disposizione.

Arbitro un paio di eventi al mese e, durante la settimana, sono coinvolto tutti i giorni in qualcosa relativo all'arbitraggio.

Al momento ho tre attività principali in corso: la preparazione del mio primo GP da Capo Arbitro (sarà un evento folle ovviamente), il coordinamento globale dei progetti relativi ai Congressi Arbitrali e l'aiuto nella preparazione della nuova generazione italiana (e non) di Livelli 3.

 

Qual è stata la cosa più disastrosa che hai fatto o ti è successa arbitrando?Risultati immagini per matteo callegari

Io per lavoro prevengo disastri.

Sempre.

Tranne quella volta ad un PTQ Milano con più di 200 giocatori preiscritti che arrivato in sala e vista la stessa completamente vuota tranne per una trentina di sedie, chiesi al TO: "E i tavoli dove sono?“ ottenendo la risposta: "Tavoli? Servono tavoli?".

 

Finisce qui la prima intervista, grazie per aver letto e ci vediamo alla prossima con altre domande ad altri arbitri!

 


Revisione: Alberto Laurenzi, L2