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Glaring Spotlight: Jacopo Strati
Articolo del 19-2-2016 a cura di Boccalari Marco
Boccalari Marco


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Tutto quello che avreste voluto sapere sugli arbitri ma non avete mai osato chiedere!

Ciao a tutti e benvenuti a questo nuova edizione di Glaring Spotlight, la rubrica dove vi svelo tutti i segreti degli arbitri.

Smettete di festeggiare per le recognition che avete appena ricevuto e sedetevi comodi per un’altra intervista (finito l’articolo potete tornare a festeggiare).

Lui è Jacopo Strati, Livello 2 da Montecatini Terme (PT).


Cosa fai nella vita? Hai degli hobby al di fuori di Magic?
Allora, ho studiato architettura (Santomo ride) e lavoro come tecnico nell’azienda edile di famiglia. Per quanto riguarda i miei hobby, beh: adoro tutta la musica degli anni 70/80/90, ho un amore gigantesco per Howard Shore (se non sapete chi è, vergogna!), ho letto tutto il leggibile di Tolkien, mi piace viaggiare, conoscere persone nuove, Geralt di Rivia è un gran figo e mi piace la Nutella.
Cavolo quanto mi piace la Nutella…!

Da quanto tempo giochi, come hai iniziato?
Ricordo che in seconda superiore un mio compagno di classe mi parlò di questo gioco e mi regalò questo mazzo. Nel giro di poco ero completamente assuefatto a questa meraviglia. Ed ero anche bravissimo! Quando lanciavo Rito Oscuro prendevo tre Paludi nel mazzo e le mettevo in gioco oppure, se il mio avversario tappava una Priest of Titania per aggiungere mana, io la uccidevo subito con Terror, così neutralizzavo l’abilità! Che bei tempi. <3
Quando uscì Mirrodin decisi che gli artefatti erano brutti, e che quindi non valeva la pena continuare a giocare.
...

 Beh, avete presente quando dite “Non mangerò più Nutella perchè mi fa ingrassare”?
Ecco. Fate conto che io sia grassissimo. Io AMO la Nutella.

Da quanto sei arbitro invece, perché hai deciso di diventarlo?
A Firenze c’è un negozio, Stratagemma. In quel negozio vendevano Magic. Io andavo a giocare in quel negozio. In quel negozio eravamo tanti, ma le regole erano conosciute da pochi. In quel negozio mi son detto “Boh, sarebbe bello aiutare gli altri a capirci qualcosa di più”.
Mosso quindi da un cuore grandissimo e dalla consapevolezza che, essendo il più vecchio, dovessi in qualche modo fare da papà a tutti, decisi di iniziare a studiare. Dico “iniziare” perchè, per farmi arrivare all’esame da L1 nel 2014, il povero
Lamberto sudò sette camicie (da boscaiolo). Sapete com’è, sono un timidone.
Il problema è stato il dopo. Una volta diventato arbitro, è iniziata la dipendenza vera e propria. Ho conosciuto una community fantastica, ho scoperto che passare fra i tavoli assistendo i giocatori mi piace perfino più che giocare in prima persona, e dopo il primo GP ho fatto outing e mi sono dichiarato follemente innamorato tutto quello che ruota attorno alla judge life.
Sì, avete capito bene! Mi piace tutto un sacco, perfino più della Nutella!
...no ok, l’ultima frase va ricalibrata. La Nutella non si tocca.

Spiega cos’è Magic, come se stessi parlando a tua nonna.
Jacopo: “Nonna guarda! Questo è il gioco di cui ti parlavo! Vedi, per giocare basta leg…”
Nonna: “Gioia mia, hai mangiato?”
J.: ”...sì nonna, ho mangiato prima. Dicevo, è proprio bello perchè ricorda gli sca…”
N.: “Tesoro, ti vedo smagrito. Tieni, mangia questa bella fetta di pane.”
J: “Dai nonna, aspetta. Prima volevo farti provare… ma… nonna. E’ Nutella quella sul pane?”
N.: “Sì gioia mia.”
J.: “...”
(Le trasmissioni saranno riprese il più presto possibile)

Come si è evoluta la tua carriera arbitrale? Chi sono, o sono stati, i tuoi mentori e cosa ti ha spinto a diventare un arbitro di Livello 2?
Quando sono diventato L1, ho avuto la fortuna di arbitrare di lì a poco un evento abbastanza grande, l’Italian Magic Tour. Ero emozionato come un bambino al primo giorno di scuola, ed è stata anche la prima occasione per me di conoscere arbitri da altre parti d’Italia, come Davide Succi, Saverio Magri, Alberto Laurenzi e Alessandra Mottini (Giulio, ti conoscevo già :D).
Quella giornata è stata determinante, poichè è stato il mio primo, vero contatto con un torneo competitivo strutturato. Volevo farne altri, dovevo farne altri! Quindi ho chiesto di poter prendere parte a tutti i PTQ dell’epoca fra Forlì e Viterbo, molto spesso come semplice volontario, ma ho fatto tantissima esperienza e mi sono ritrovato a sostenere l’esame da L2 nove mesi dopo senza nemmeno accorgermene! Da lì ho inziato a fare GP e niente. Ormai sono irrecuperabile. :D
In questi due anni circa ho avuto accanto persone che hanno creduto in me, mi hanno aiutato e mi hanno insegnato davvero tanto, in special modo Davide,
Kalle, Salvatore e tutti gli arbitri toscani, Lamberto, Andrea e Sandro su tutti.
Grazie ragazzi, ci siete stati sempre e ci siete ancora, senza mai perdere la pazienza col sottoscritto (credo).
...eccovi delle fette di pane e Nutella in premio.


Quali erano le cose che ti mettevano più in difficoltà quando hai iniziato ad arbitrare? Quali sono adesso che sei un livello 2?
Ok, vi svelo un segreto. Io, prima della certificazione, non avevo mai, MAI preso parte a un evento competitivo, nemmeno come giocatore. Quindi, in sostanza, all’inizio avevo difficoltà in tutto! Ho imparato l’ABC da zero: cos’è una slip (che credevo si chiamasse SLEEVE), cosa sono i pairings, che roba è un deck check… insomma, tutto!
Inoltre non era proprio facile farsi ascoltare dai giocatori più esperti e smaliziati, e la cosa mi metteva decisamente in difficoltà. Ma, come si dice in questo ambiente, “mi sono fatto il mazzo” e ho cercato di fare più esperienza possibile.
Adesso sò cos’è una slip, e ho perfino capito come si compila!
Le mie difficoltà da L2 son diverse, per esempio la Logistica. Ho un talento naturale per appendere i pairings nei posti più scomodi e irraggiungibili o per numerare i tavoli col metodo “estrazione della lotteria”.
Davide, aiuto.

Qual è stato il momento più bello che hai vissuto arbitrando?
Fino ad oggi, il momento più bello è stato il mio primo GP, Siviglia. Ricordo distintamente le farfalle nello stomaco mentre varcavo la soglia della location, l’emozione di parlare per la prima volta con arbitri di altre nazioni, quella sensazione straniante e spaventosa di vivere qualcosa di completamente nuovo ma che si vuol conoscere assolutamente in ogni minima sfumatura.
Endorfine allo stato puro, illegali in 36 paesi.
Ero talmente su di giri che ho perfino perso il cellulare. Esatto, l’ho perso non appena arrivato all’aeroporto. Me ne sono accorto in albergo ma, dopo un attimo di sgomento, mi son detto “...ma chi se ne importa, sto per arbitrare un GP!”.
E poi sono bravissimo, non ho nominato la Nutella nella risposta precedente!

In che modo il Programma Arbitrale ha influenzato la tua vita di tutti i giorni?
L’impatto più grande è stato sul piano umano e sociale. Praticamente ogni giorno mi capita di fare due chiacchiere con un sacco di persone sparse per tutta l’Europa (un paio anche in America!). Ci scambiamo opinioni, idee, parliamo di progetti, di dubbi… Penso che questa sia la cosa che amo di più: il contatto umano. Che sia ad un torneo, a voce o per mail, è una parte che reputo fondamentale e che mi sprona ogni volta ad andare avanti su questa strada.
Sento di avere un sacco di nuovi amici, come potrebbe non piacermi? :)
Vi offrirei pane e Nutella a tutti, ma ho provato a scannerizzare la cosa e… vabbè, argomento chiuso.

Quanto tempo ti occupa Magic in una settimana? Qual è il tuo ruolo nella comunità arbitrale? Hai svolto dei progetti importanti o ne hai al momento?
Onestamente non saprei dirvelo. Quel che so è che dedico volentieri i momenti liberi che ho al Judge Program. E visto che, almeno recentemente, ho TANTI momenti liberi beh… vi lascio immaginare :D
Riguardo al mio ruolo, come L2, cerco di prendermi cura della comunità sia regionale che nazionale, siano essi arbitri o giocatori. Vivo molto intensamente il ruolo di “educatore” che fa parte dell’essere judge, quindi investo un sacco di energie nel supportare chiunque mi chieda aiuto. Sono molto attivo sul territorio, partecipo alla vita redazionale di questo sito, sulla nostra pagina Facebook, sulle varie mailing list di cui faccio parte. E telefono anche a un sacco di gente! :D
Il mio motto è “se posso aiutarti a risolvere un problema, lo faccio. Se non posso, scopriamo insieme come fare!”.
Recentemente sono diventato ufficialmente un “candidato italiano L3” (ebbene sì, non vi libererete di me mai più!), e sono entrato anche nel progetto internazionale “Judge Candidate Textbook”. La Mentorship è una delle cose che amo di più, come potrei abbandonare i candidati stranieri a loro stessi? Eh? COME POTREI MAI???
(Sssh, assecondatemi. Vi regalo la Nutella dopo).

Qual è stata la cosa più disastrosa che hai fatto o ti è successa arbitrando?
Vi cito la prima che mi viene in mente, così salvo le apparenze. 

PTQ Forlì, Piero era il Capo Arbitro. Io ero responsabile dei Deck Check, nonchè incaricato di prendermi cura di un paio di aspiranti L1 venuti per imparare/aiutare.

Tutto fila liscio, io parlo un sacco come sempre, spiego agli aspiranti L1 tutto quello che so, compresa la fissione nucleare e perche i toast cadano sempre sul lato con la Nutella.
Alla fine del secondo turno, Piero viene da me e mi chiede: “Allora, quanti GL dobbiamo dare per errori di lista?” E io: “...ah già. Mi sono scordato di far verificare la legalità delle liste.”
Per farvi percepire l’intensità di quel che è accaduto nei minuti successivi, vi lascio ispirare da
questa.

Spiega il concetto più difficile che ti viene in mente, con un esempio che non c'entra niente con le figurine.
Beh, mi piace un sacco spiegare le interazioni fra effetti di sostituzione come se fossero una legione di amici, tutti completamente ubriachi. Tu spieghi a uno di loro cosa deve fare, e lui fa completamente un’altra cosa, spiegandola a sua volta a una terza persona, che capirà fischi per fiaschi e farà qualcosa di ancora diverso… e così via!

Effettivamente se ci pensate, in base all’ordine in cui decidete di far parlare i vostri amici, il risultato finale potrebbe essere sempre diverso!
Meraviglioso, vero?

Dai il peggior consiglio possibile a tutti i Livelli 1 che stanno leggendo
Andate da un L3+ a caso e ditegli qualcosa del tipo: “Ma come funzionavano le cose AI TUOI TEMPI?”.
Fidatevi, mi rammenterete.

Finisce qui questa intervista, grazie a tutti per aver letto e ci vediamo alla prossima con più domande ad altri arbitri. Ricordatevi di scrivermi se volete leggere un’intervista a qualcuno in particolare!


Revisione: Alberto Laurenzi, L2