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D&I Ansia-Stress
Articolo del 15-12-2017 a cura di Innocenti Federica Strade Alberto
Innocenti Federica
Strade Alberto

 

Spesso risulta difficile mettersi nei panni di un'altra persona. A volte ci viene facile dire "Ti capisco" o "So cosa stai passando", ma in realtà si cerca solamente di empatizzare con l'altra persona e aiutarla a passare un brutto momento.


Io sono Alberto, e in queste righe io e Federica vogliamo darvi un piccolo "insight" sulla vita di chi soffre di ansia e stress, una prospettiva di vita diversa da quella a cui siete abituati che può servirvi sia come esperienza sia come bagaglio culturale o per aiutare un amico che si trova nella stessa situazione.

Prima però, vorremmo spiegarvi brevemente cosa sono stress e ansia.

DistressDi base lo stress è una sindrome da adattamento, attua a ristabilire un nuovo equilibrio psichico, a seguito dell'esposizione del soggetto a delle fonti gli stress, gli stressor. Di per sé non è niente di pericoloso o maligno, è servito sin dall'antichità all'uomo per adattarsi alle mutevoli condizioni climatiche, alla comparsa di nuovi predatori, per prepararsi ad una battaglia, provarci con una ragazza... Serve a forzare l'essere umano a reagire di fronte ad una situazione inattesa e affrontare il cambiamento.

In base al tipo di stressor a cui viene esposto, l'essere umano reagisce in modalità differenti: quando lo stress è di natura prolungata la sindrome di adattamento richiede di essere estesa e la reazione può essere descritta attraverso dei cicli di adattamento; quando invece gli agenti di disturbo che richiedono una risposta immediata producono un tipo di risposta attacca-o-fuggi: una situazione in cui il soggetto o prende una decisione immediata (non per forza combattere) oppure cerca di rifuggire immediatamente, evitando l'impatto dello stressor.

Nel caso in cui invece il soggetto rimane paralizzato ricadiamo nell'attacco d'ansia o di panico.

L'ansia infatti è uno stato emotivo molto forte che si manifesta quando ci sentiamo in "pericolo" nell'affrontare una situazione futura; fondamentalmente il nostro cervello pensa di essere in una situazione che reputa pericolosa per noi stessi e cerca di avvertirci creando una sensazione di forte disagio, che ha come fine ultimo il farci desistere dall'intraprendere quella situazione o quell'evento. Il termine ansia vuol proprio dire "stringere", che è un verbo che comunica bene la sensazione che si prova quando questo tipo di disagio si appropria della nostra mente.

L'ansia è diversa dalla paura vera e propria: la paura è una reazione che serve per affrontare un pericolo nell'immediato, mentre come già dicevamo l'ansia è collegata ad una preoccupazione su un evento futuro, che ancora non è accaduto.

L'ansia porta a stati fisici notevolmente fastidiosi come ad esempio l'eccessiva sudorazione, vampate di caldo, tremolii, battiti del cuore accelerati, nausea e vertigini. Quando più sintomi di questo tipo si uniscono tutti assieme nel giro di pochi minuti, si parla invece di vero e proprio attacco di panico.

La sintomatologia di questi stati è ampia e ben documentata.

In caso di stress nell'immediato i primi sintomi che accusiamo sono il mal di testa, l'emicrania e le palpitazioni, seguiti a ruota da problemi di stomaco: ci manca l'appetito, abbiamo problemi di pesantezza, digestione.
Se invece la situazione non migliora nell'arco di una/qualche giornata, questo stress può portare conseguenze ben più grosse: problemi a prendere sonno, rabbia da sfogare, preoccupazione diffusa e non focalizzata, un senso di distrazione e difficoltà nel concentrarsi. Sebbene possano sembrare dei sintomi vaghi stile controindicazioni di un farmaco, vi assicuro che provarle giorno dopo giorno, senza ricordarsi com'è esserne senza è veramente triste.

PanicoIo (Alberto) lavoro come consulente: non è sicuramente un lavoro stress-free, ma ho scoperto di essere veramente incapace a gestire riunioni, utenti che non sanno cosa fanno, clienti che chiedono questo e quell'altro. Nel giro di poco più di un anno di lavoro mi sono ritrovato a svegliarmi una notte in preda a crampi allo stomaco e un dolore lancinante che mi ha portato all'ospedale. Risultato: avevo 3 ulcere allo stomaco che minacciavano di peggiorare. In più avevo problemi a respirare, avevo sempre il fiato mozzo e non riuscivo a capirne il perchè, nonostante visite ed esami. Anche quello alla fine si è capito fosse legato allo stress.
I miei amici e le persone vicine sapevano che non stavo benissimo, ma cercavo di non darlo a vedere: d'altronde quando uscivo lo scopo era rilassarmi e non pensare a quello che avevo, quindi ero il più tranquillo possibile.
A tal proposito vorrei spendere due parole: stress, ansia, depressione sono delle bestie, difficili da conviverci ed ancora più difficili da condividere e far capire. Se una persona vi dice di non stare bene per uno di questi motivi, non cercate di essere semplicisti e dire "Basta non pensarci" o "Ma a guardarti non sembra" o la peggiore "Hai provato a….non esserlo?". La cosa migliore è fare compagnia, porgere un orecchio capace di ascoltare o una spalla su cui piangere, ve lo assicuro.
Vogliamo comunque spezzare una lancia a favore dello stress in genere, o delle "situazioni stressanti" La letteratura (e l'esperienza) ci indicano che durante la fase di adattamento agli stressor esiste un momento in cui la risposta del nostro corpo viene addirittura migliorata dalla presenza dello stressor. In questa zona lo stress viene chiamato eustress, o stress buono, in contrapposizione al distress, quello cattivo. Corrisponde alla situazione in cui si è euforici per una nuova sfida, ci si sente carichi per un evento e si riesce a dare "il 100%" delle proprie possibilità. E' il momento in cui il nostro organismo riesce a dare il proprio meglio e non potrebbe farlo senza la presenza di un elemento sfidante quale lo stressor. Quindi, si, lo stress può anche essere una cosa buona, probabilmente l'avrete provata il day 1 del vostro primo GP, od il primo giorno di un nuovo lavoro. In fondo l'uomo vive di sfide e di cambiamenti e il corpo cerca sempre di assecondarli, cercando di compensare le nostre carenze con la forza e l'entusiasmo.

Per quanto riguarda me (Federica) l'ansia è una cosa relativamente "nuova": arrivò un giorno, all'improvviso e senza una motivazione precisa, scoppiando come una bomba e cambiando completamente la mia vita. Non riuscivo più ad uscire di casa, ad andare a fare la spesa o passeggiare per un centro commerciale con le mie amiche; la sola idea di trovarmi fra la gente o di scombussolare la mia routine quotidiana mi portava a delle nausee incontrollabili e attacchi di pianto isterici - tanto da non riuscire nemmeno ad andare a giocare a Magic a tornei che fossero poco più che amatoriali.
Coalizione VittoriosaCominciare ad arbitrare mi ha aiutato tantissimo: mi ha "costretto" a stare in ambienti pieni di persone, a non poter fuggire dalle situazioni, a fare cose che non avrei mai voluto fare (tipo prendere treni per andare ai GP, cosa che facevo almeno una volta a settimana prima di cominciare ad avere gli attacchi di panico) e a farmi vedere la realtà delle cose: non mi accade nulla. Non muore nessuno, non crolla il mondo addosso, non svengo continuamente e così via. Certo, il disagio c'è ed è grande, ma riesco a mantenerlo sotto controllo e a spingerlo via riuscendo così a divertirmi.
L'ansia e gli attacchi di panico vi faranno perdere un sacco di occasioni belle e soprattutto di persone belle, se non li combattete; farlo non è semplice, so che sembra letteralmente di sentirsi morire, ma basta sfidare se stessi un pochino di più un giorno alla volta e pian piano si faranno passi da gigante senza accorgersene. Così come sono arrivati, prima o poi gli attacchi di panico passeranno e non voglio aver bruciato gli anni migliori della mia vita solo perchè il mio cervello ad un tratto è impazzito.
Parlatene con le persone che avete intorno, se siete ad un torneo ditelo al Capo Arbitro o al vostro avversario senza problemi, se avete bisogno di una boccata d'aria perchè sentite l'ansia salire fatelo, non abbiate paura: non c'è NIENTE di cui vergognarsi e non bisogna fare gli eroi, fatevi aiutare da chi avete vicino. Sconfiggere l'ansia da soli, tenendosi tutto dentro, è il modo migliore per somatizzare ancora di più tutte le emozioni e non far altro che peggiorare.


L'ansia è qualcosa da evitare sempre: non vi permette di restare lucidi e quindi fornire il giusto aiuto ai giocatori, non vi fa essere reattivi sul floor e non vi aiuta a svolgere le task che vi sono state assegnate. Inoltre compromette anche l'armonia dello staff con cui state lavorando, perchè uno stato di ansia è facilmente trasmissibile alle persone che vi sono intorno.

Per questo va sempre tenuta sotto controllo con dei piccoli trucchetti, come ad esempio:
 

  1. arrivare riposati al torneo, senza aver fatto bagordi la sera prima;
  2. mantenersi idratati e mangiare stuzzichini durante l'evento, come frutta secca o liquirizie;
  3. chiedere cinque minuti di pausa ed andare a prendere una boccata d'aria, nel caso si cominci a sentire quel "groppo alla gola" tipico degli attacchi di ansia;
  4. cercare di pensare in maniera positiva a quel che stiamo facendo, senza fustigarci in caso di un ruling sbagliato o di una task che potevamo svolgere meglio di come abbiamo fatto;
  5. ricordarci di parlare con gli altri arbitri nel caso avessimo problemi, senza alcun timore. Siamo una grande comunità e siamo rinomati per darci una mano gli uni con gli altri in ogni occasione.

Nonostante i nostri piccoli disagi, io e Federica siamo riusciti a diventare dei L2 di tutto rispetto, siamo stati parte dello staff arbitrale dei Nazionali e abbiamo addirittura ricevuto delle menzioni speciali dai nostri Team Leader per il lavoro che abbiamo svolto.

Stress e ansia non sono invalidanti, e non dobbiamo permettere a queste emozioni di ostacolarci nella vita.
Noi ci consideriamo "specialmente diversi": e noi, come tutti voi che vi riconoscete in questo articolo, siamo in grado di combattere con le unghie e con i denti per uscirne ancora più forti.
Ci vuole soltanto pazienza e tanta, tanta energia positiva.
E ricordate: non siamo mai soli.

(musichetta di XFiles)

 

Revisione: Giorgio Maldarizzi