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Penalità e integrità del gioco
Articolo del 20-12-2006 a cura di Zanella Simone
Zanella Simone

Quando i tornei di Magic si svolgono in modo leale e corretto, attraverso il comportamento onesto e rispettoso da parte di tutti coloro che vi partecipano, siano essi arbitri, giocatori oppure organizzatori, si parla di integrità.

Il ruolo primario nel garantire l’integrità dei tornei è naturalmente svolto dagli arbitri, i quali, attraverso la ricerca dell’uniformità nella gestione dei tornei e nel trattamento dei giocatori, cercano di raggiungere questo importante obiettivo.

In questo articolo vorrei presentarvi alcune personali riflessioni su come un arbitro possa contribuire a perseguire e migliorare l’integrità di gioco nei propri tornei, in particolare dal lato dell’applicazione delle penalità.

Molto spesso è accesa la discussione e il confronto tra arbitri e giocatori sul diverso impatto che un’infrazione può avere sul torneo stesso. Il giocatore è generalmente portato a minimizzare le infrazioni minori, poiché esse generalmente non arrecano un vantaggio significativo al giocatore stesso, e in tal caso l’arbitro dovrebbe mostrare maggiore elasticità nell’applicare il regolamento. Si può dire che secondo il giocatore l’arbitro dovrebbe “chiudere un occhio” di tanto in tanto.

In generale è vero che ogni regola infranta non porta necessariamente un vantaggio al giocatore. Tuttavia, non bisogna trascurare che ogni regola infranta può potenzialmente portare un vantaggio al giocatore. Questo è un motivo per il quale le infrazioni alle regole devono portare a una penalità. Se un giocatore pensasse di poter non rispettare certe procedure o norme perché sa che l’arbitro probabilmente sorvolerà sull’infrazione, o sa di rischiare al massimo un semplice richiamo o una penalità minore, allora quel giocatore potrebbe iniziare ad approfittarsene. E nel caso in cui si diffonda la conoscenza di una tale linea di condotta permissiva da parte dell’arbitro, è quasi certo che qualche giocatore scorretto inizierà ad approfittarsene, o almeno ci proverà.

Un giocatore può infrangere una regola sia per sbaglio sia intenzionalmente. Quando un giocatore infrange le regole intenzionalmente lo fa perché o è un baro, o ha poco da perdere. Anche nella consapevolezza di infrangere una regola che non può portare quasi sicuramente un vantaggio (come ad esempio aprire una scatoletta di un Sealed Deck prima dell’ordine dell’arbitro), al giudizio dell’arbitro un gesto simile deve comunque apparire grave, perché in tal modo il giocatore manca di rispetto sia verso i suoi avversari sia verso gli arbitri. Non è sicuramente giusto che un giocatore possa avere la possibilità di fare qualcosa di vietato rischiando poco, mentre gli altri giocatori, rispettosi e corretti, si comportano da regolamento. Se un giocatore sa che può subire al massimo un warning non avrà poi molto da perdere, ma se sa di rischiare qualcosa di più grave molto probabilmente si comporterà correttamente. I giocatori onesti non potranno che sentirsi tutelati dal vedere che gli arbitri si impegnano sempre a punire tutti coloro che potenzialmente possono barare.

Infrangere una regola quindi non vuol dire solo non rispettare il regolamento: significa non rispettare gli altri. E il clima migliore per un torneo è quello in cui tutti si rispettano.

Inoltre, un arbitro inoltre non deve mai dare l’impressione di applicare, per così dire, due pesi e due misure per una stessa decisione. E’ proprio in situazioni in cui si potrebbe minimizzare l’infrazione che è importante mantenersi sempre consistenti nelle proprie decisioni. Molto spesso nei tornei quando un arbitro prende una decisione in favore di un giocatore della sua zona o che comunque conosce, l’avversario è portato a pensare che ci sia un favoreggiamento, e che l’arbitro minimizzi l’accaduto basandosi sulla conoscenza che ha del giocatore. In pratica l’arbitro sa per certo che il giocatore non è un baro, e se ha commesso un’infrazione magari non l’avrà fatto per approfittarsene, e quindi applicherà in modo più elastico il regolamento. Ciò non deve accadere se si vuole mantenere l’integrità dei tornei. E’ vero, dispiace alle volte punire chi si conosce bene e si sa che non bara. Tuttavia gli arbitri devono sempre mostrare la propria imparzialità. Ciò tutela i giocatori, e li rende consci del fatto che in qualunque torneo parteciperanno, il trattamento loro riservato sarà sempre il medesimo. Nessuno sarà favorito o svantaggiato per via di un diversa decisione arbitrale dettata da considerazioni esterne. L'uniformità di arbitraggio da parte di tutta la classe arbitrale riveste un’importanza fondamentale nel garantire l’integrità dei tornei.

Non è facile scoprire i bari. Ogni giocatore che non si comporta in modo corretto potenzialmente è un baro. Non si può sapere a priori se un’infrazione porterà effettivamente o no un vantaggio a un giocatore. Ma se nel dubbio c’è anche una sola possibilità che questo vantaggio ci sia, allora l’arbitro non deve esitare. Agli occhi dei giocatori spesso sembra che gli arbitri provino piacere nell’applicare penalità. In realtà, probabilmente nessun arbitro penso provi piacere nell’assegnare penalità, invece proverà sicuramente orgoglio per i tornei che si svolgono regolarmente e senza problemi, nel rispetto reciproco di tutti quanti.

I giocatori sanno che gli arbitri sono al loro servizio. Se un arbitro punisce una leggerezza di un giocatore, lo fa comunque per tutelare anche gli altri giocatori, contribuendo a garantire la serietà di un torneo. E’ nei tornei locali a REL 1 in cui bisogna intervenire per educare correttamente i giocatori a evitare infrazioni e leggerezze che possono portare a sanzioni gravi o pesanti a REL più alti. Nei tornei più importanti ci si aspetta che i giocatori sappiano come comportarsi, e sappiano di conseguenza anche a cosa vanno incontro quando decidono di non rispettare il regolamento, e allo stesso tempo gli altri. Abituare i giocatori fin dai tornei minori a giocare e ad essere arbitrati sempre nelle stesse condizioni è importante per il senso di integrità dei tornei.

E’ fondamentale quindi che le penalità vadano sempre applicate, senza riduzioni o condizionamenti esterni. Le penalità non sono una minaccia pronta a colpire laddove un giocatore sbaglia. Le penalità sono uno degli strumenti con i quali gli arbitri fanno sì che i tornei si svolgano sempre con stile, professionalità e soprattutto integrità.